Mediazione familiare
Nell’ambito familiare la mediazione esprime il suo massimo potenziale.
Si tratta infatti di un contesto nel quale:
√ le relazioni possono portare con sé profonde ferite emozionali,
√ i rapporti, conflittuali e non, si mantengono tendenzialmente a lungo nel tempo, con maggior rischio di cristallizzazione e minor prontezza al cambiamento,
√ le persone coinvolte possono ricoprire contemporaneamente tanti ruoli diversi (ad esempio partner o ex partner e genitore), e questo non è sempre semplice!
Questo mette in luce l’importanza di identificare obiettivi condivisi che permettano di rilanciare il rapporto verso un futuro positivo.
Similmente, è sostanziale l’apprendimento di efficaci strategie per il perseguimento di tale obiettivo e lo sviluppo di competenze interattive per consolidare quanto fatto e mantenerlo nel tempo.
Quali ambiti di intervento?
Gestione in situazioni di crisi di coppia
Il mediatore lavora innanzitutto per chiarire le esigenze delle parti, senza orientarsi aprioristicamente alla “ricostruzione dell’armonia nella coppia” o al “sostegno nella separazione”. È necessario comprendere, per esempio, che cosa intendono le parti con il termine “crisi”, o quali prospettive personali aprirebbe la prosecuzione o la conclusione del rapporto.
Spesso la difficoltà è proprio legata alla domanda: portare avanti o chiudere il rapporto? A fronte di un delicato lavoro di analisi delle esigenze delle parti, si arriverà a concordare con loro una linea d’azione che ne tenga conto e che, indipendentemente dalla direzione condivisa, sostenga e accompagni entrambi nel gestire questa fase.
Qualora si ritenga opportuno, è possibile promuovere in parallelo l’avvio di un percorso con uno psicologo, che affianchi la mediazione, sostenendo il benessere psicologico delle parti e di tutti gli attori anche indirettamente coinvolti (come i figli o altri ruoli).
Sostegno in percorsi di separazione e divorzio
Superare una crisi di coppia può significare prendere la decisione di separarsi. Questo generalmente mette in moto la macchina giudiziaria del divorzio e implica la presenza degli avvocati, con il rischio che il panorama conflittuale si ampli.
Per questo individuare precocemente obiettivi e strategie condivise all’interno di un percorso di separazione, colorato delle emozioni più negative, non è semplice ma è essenziale.
Il mediatore, all’interno di questo scenario, può essere coinvolto per aiutare nella divisione dei beni; per favorire il processo di separazione stessa, affiancando gli avvocati; per supportare la gestione condivisa dei figli, ponendo le loro esigenze come fulcro nel lavoro con la coppia genitoriale.
Non è impossibile trovare dei punti di contatto se si hanno obiettivi condivisi da raggiungere!
Supporto alle coppie separate nella costruzione di percorsi genitoriali efficaci
Se una relazione sentimentale si può concludere, genitori si rimane per tutta la vita. Sta a noi scegliere come farlo.
La fase della separazione, per i vissuti negativi che porta con sé, può rendere difficile il destreggiarsi tra due piani interattivi così diversi (ex partner e co genitore). Collocarsi nel ruolo genitoriale affianco all’ex può risultare difficile, a causa della rabbia e dei rancori, ma è il primo passo fondamentale per riuscire a delineare obiettivi e strategie condivise e co-costruire un percorso di gestione comune e concordato.
Il ruolo del mediatore, che è sempre terzo e indipendente rispetto a ogni parte, in questo particolare contesto assume invece una prospettiva, quella dei figli, dando centralità alle loro esigenze di crescita ed educazione, nonché ai loro diritti (ad esempio quello di poter mantenere un rapporto positivo con entrambi i genitori).
L’intervento del mediatore può quindi supportare:
- le decisioni inerenti alla loro educazione,
- la scelta della scuola o delle attività extrascolastiche,
- la gestione dei tempi da trascorrere con i singoli genitori,
- la gestione degli spostamenti,
- l’organizzazione dei rapporti con gli altri partenti (ad esempio i nonni),
- la gestione delle comunicazioni ai figli (“come possiamo dirgli che…?”).
Facilitazione delle interazioni all’interno delle famiglie ricostituite
“Famiglia ricostituita”. Con questa espressione si descrivono tutte quelle situazioni -potenzialmente molto eterogenee tra di loro- in cui due partner, che possono avere figli da relazioni precedenti, costruiscono un nuovo nucleo familiare. A questi componenti possono poi aggiungersi i figli concepiti all’interno del nuovo rapporto. Questa struttura complessa si organizza su numerosi piani interattivi che devono essere gestiti: tra ex partner, entro le nuove coppie, tra i rispettivi ex e nuovi partner, tra figli della prima unione e nuovi compagni e infine tra fratelli o fratellastri (di sangue e non). È evidente come nelle famiglie ricostituite i livelli di intervento possano essere molteplici, in quanto le occasioni d’interazione -e potenziale conflittualità- sono svariate.
Il mediatore può:
- sostenere la gestione del percorso educativo dei figli della coppia separata (come descritto nel punto precedente),
- favorire la gestione della convivenza all’interno del nuovo nucleo familiare,
- supportare i rapporti dei figli con i genitori biologici e i nuovi compagni di questi,
- facilitare la comunicazione e l’interazione tra gli adulti.
Vivere in modo tale da rispondere ai bisogni di ogni membro della famiglia è possibile, esercitando strategie comunicative adeguate e interagendo sulla base dei ruoli ricoperti di volta in volta, per perseguire specifici obiettivi orientati al benessere.
Risoluzione di conflitti tra genitori e figli
Nell’immaginario collettivo l’adolescenza è considerata l’età della ribellione, della ricerca dell’autonomia e delle grandi discussioni familiari. È tuttavia possibile che in qualsiasi fase della vita si possano innescare situazioni di conflitto tra genitori e figli: la gelosia per le attenzioni date ad altri fratelli, la scelta della scuola superiore o dell’università, il desiderio di un trasferimento, la scelta di un nuovo partner, sono solo alcuni esempi delle innumerevoli situazioni che possono verificarsi e minare la stabilità di tale rapporto.
Avere a disposizione competenze interattive e modalità comunicative efficaci, è un bagaglio fondamentale per riuscire a superare le piccole e grandi difficoltà che possono emergere nella relazione genitori-figli, evitando lo scontro e la nascita di un assetto conflittuale che potrebbe perdurare nel tempo.
Sostegno nelle interazioni tra fratelli
Le relazioni tra fratelli possono essere complicate per tutto l’arco della vita; tuttavia, si possono verificare momenti di particolare conflittualità per alcuni eventi specifici, quali, ad esempio, la malattia o la morte di un genitore, la divisione dell’eredità, l’allontanamento di uno dei fratelli dal nucleo familiare, le incomprensioni tra i rispettivi partner. Ognuno di questi scenari può comportare litigi, isolamento, sofferenza e anche la fine di ogni contatto tra i membri della fratria.
Il percorso di mediazione permette di gestire queste situazioni per ricostruire la relazione su basi più solide, orientate al perseguimento di obiettivi condivisi (come ad esempio la presa di decisioni su beni reali, la convivenza in un unico luogo, la gestione di un familiare in difficoltà…) e sostenibili nel lungo periodo.
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